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19 Aprile 2018Difficoltà relazionali: come capirne le cause e superarle

“Bambini e uomini smettono di sentirsi completamente soli quando cercano di vedere gli eventi attraverso gli occhiali dell’altro, pur conservando il diritto di usare i propri”
(G. Kelly)
La natura dell’uomo è relazionale: la persona è in relazione con se stesso, con l’altro, con la sua famiglia, amici, colleghi e con la società circostante a cui appartiene.
La persona reca in sé una spinta esistenziale verso i suoi simili come se la relazione stessa fosse ciò che fa dell’individuo una persona.
Ogni relazione è caratterizzata da intersoggettività e reciprocità:
- l’intersoggettività è intesa come condivisione di soggettività;
- la reciprocità è definita come la disponibilità a riconoscersi l’un l’altro come dipendenti l’uno dall’altro ma nello stesso tempo pienamente individualizzati.
Le relazioni interpersonali apportano grande ricchezza e benessere nella nostra vita, ma talvolta possono essere fonte di intensa sofferenza e disagio.
Dal momento che non esiste un modo unico di “leggere” gli eventi, di interpretare le azioni e i gesti, una stessa situazione e una difficoltà possono venire percepiti dalle persone in modo molto diverso e questa diversità può creare talvolta disagio e conflitti nelle relazioni interpersonali.
Può accadere, infatti, che rapporti per noi significativi comportino fatica e sofferenza.
Le cause di questo disagio possono essere legate a molteplici fattori come: un’intensa conflittualità, difficoltà di comprensione, rancori, senso di solitudine, paura di perdere la relazione…
Molte delle difficoltà relazionali nascono e perdurano poiché ognuna delle persone coinvolte rimane intrappolata e arroccata nella propria “verità”, nel proprio punto di vista; non vi è la disponibilità a prendere in considerazione la visione e la prospettiva dell’altra persona in relazione con noi.
Per poter stare in relazione con un’altra persona in modo soddisfacente e appagante, non possiamo non capire come l’altro agisce, cosa pensa, come percepisce la “realtà” dal suo punto di vista; dobbiamo, sostanzialmente, “metterci nei suoi panni”.
La qualità della relazione dipende dal tentativo, dall’interesse e dalla capacità di comprendere l’altro e di farci comprendere, reciprocamente.
La capacità di “mettersi nei panni dell’altro” è considerata da alcuni studiosi (ad es. G. Kelly, 1955) come la condizione dell’accordo e dell’armonia tra le persone, mentre il suo fallimento è visto come la “tragedia più grande”.
Parlare con uno psicoterapeuta può permettere di comprendere meglio chi siamo ed arrivare ad essere più consapevoli di come siamo fatti e di come funzioniamo.
Questa conoscenza apre la possibilità di prendersi la responsabilità del ruolo che noi abbiamo all’interno di una relazione, del ruolo che l’altra persona riveste nella nostra vita e poter favorire un cambiamento di noi stessi con gli altri e degli altri con noi.
Parlare con uno psicoterapeuta, parlare insieme, può agevolare la comprensione delle difficoltà relazionali e permettere alla persona di sperimentare questa possibilità, di sentirsi vista, talvolta riconosciuta, spesso per la prima volta, per ciò che sente di essere e di poter guardare, reciprocamente, gli altri secondo i loro significati.
Sono la Dottoressa Anita Martellacci e ricevo presso lo studio medico specialistico a Castiglioncello.