
Che significato ha il sogno ricorrente?
13 Novembre 2017
Quando rivolgersi ad uno psicologo? La differenza tra disturbo e sintomo
17 Novembre 2017I principali disturbi alimentari: anoressia, bulimia e alimentazione incontrollata

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono caratterizzati da una costante alterazione del modo di alimentarsi e degli atteggiamenti legati al cibo.
In altre parole è presente un’inadeguata assunzione o assimilazione del cibo non causata da patologie mediche o altri disturbi psicologici e/o emotivi.
Soffrire di un disturbo alimentare sconvolge la vita di una persona; sembra che tutto ruoti attorno al cibo e alla paura di ingrassare.
Cose che prima sembravano banali ora diventano difficili se non impossibili e motivo di forte ansia.
Spesso i pensieri sul cibo assillano la persona anche quando non è a tavola, avendo continui pensieri su cosa si “debba” mangiare, sulla paura di ingrassare o di avere un’abbuffata.
I comportamenti tipici di una persona che soffre di un Disturbo del Comportamento Alimentare sono:
- digiuno;
- restrizione dell’alimentazione;
- crisi bulimiche (l’ingestione una notevole quantità di cibo in un breve lasso di tempo accompagnata dalla sensazione di perdere il controllo, ovvero non riuscire a controllare cosa e quanto si mangia);
- vomito autoindotto;
- assunzione impropria di lassativi e/o diuretici al fine di contrastare l’aumento ponderale;
- intensa attività fisica finalizzata alla perdita di peso.
Questa condizione determina una compromissione significativa del funzionamento sociale e del benessere psicofisico del paziente.
I Disturbi del Comportamento Alimentare più frequenti sono l’anoressia, la bulimia e il disturbo da alimentazione incontrollata.
L’anoressia
Il termine anoressia (letteralmente mancanza di appetito) non risulta corretto per descrivere un disturbo in cui l’appetito è nella maggioranza dei casi conservato.
Piuttosto ciò che caratterizza l’anoressia nervosa è il terrore di ingrassare e la ricerca della magrezza.
L’Anoressia Nervosa (AN) è distinta da un’intensa paura e talvolta terrore di acquistare peso o di diventare grassi, anche quando si è sottopeso.
Di conseguenza la persona si rifiuta categoricamente di mantenere il peso corporeo al di sopra del peso minimo normale per età e per statura. Spesso, in tali soggetti, se femmine, si ha perdita del ciclo mestruale.
Spesso l’anoressia nervosa inizia con una dieta o comunque con un tentativo volontario di perdita di peso per svariati motivi; fattori individuali (come ad esempio la bassa autostima o il perfezionismo) e famigliari (per esempio, iperprotezione e controllo dei genitori), possono facilitare il passo per lo sviluppo del disturbo alimentare può essere breve.
In queste persone, infatti, l’autostima dipende esclusivamente dal peso corporeo, ovvero più un soggetto riesce a perdere e mantenere un certo peso, più sente di valere, vincendo la vergogna e provando una sorta di orgoglio, dimostrando di avere una forte volontà; inoltre in queste persone vi è una percezione, spesso distorta, di alcune forme del corpo (per esempio fianchi, cosce, pancia, ecc.).
Spesso queste persone rifiutano di ammettere la gravità del proprio sottopeso e addirittura sostengono di non avere alcun tipo di problema.
Solitamente si possono individuare 2 sottotipi di Anoressia:
- Anoressia restrittiva nella quale il comportamento alimentare è caratterizzato “solo” da considerevole restrizioni della quantità e qualità di cibo assunto (una sorta di dieta eccessiva a oltranza);
- Anoressia con abbuffate e/o condotte di eliminazione la quale è caratterizzata dall’alternanza di restrizione e di episodi in cui la persona si “abbuffa” (o pensa di essersi abbuffato); l’abbuffata è seguita da condotte di eliminazione e/o compensatorie (vomito autoindotto, uso di lassativi o diuretici o eccessiva attività fisica), nel tentativo di compensare la quantità di cibo assunta in accesso durante l’abbuffata.
Bulimia Nervosa
La Bulimia Nervosa (BN), letteralmente “fame da bue”, si caratterizza per la presenza di crisi bulimiche o “abbuffate” a cui seguono comportamenti di compensazione finalizzati ad ostacolare l’aumento di peso.
Per abbuffate si intende ingerire, in un periodo di tempo circoscritto (es. 2 ore), una quantità di cibo che è indiscutibilmente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo in circostanze simili.
Inoltre l’abbuffata è caratterizzata da un senso di “mancanza di controllo” sull’atto di mangiare (es. sentire di non poter smettere di mangiare o di non poter controllare cosa o quanto si sta mangiando).
Solitamente le abbuffate sono legate a ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi, digiuno o esercizio fisico eccessivo.
Come per l’anoressia i livelli di autostima sono inevitabilmente influenzati dalla forma e dal peso corporei; alterazione del modo di vivere il proprio corpo, insoddisfazione per il proprio aspetto, vergogna nel confrontarsi con gli altri, scarsa familiarità con il proprio corpo, e eccessiva importanza data alla propria figura ed al proprio peso.
Disturbo da Alimentazione Incontrollata
Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (DAI), o altrimenti detto Disturbo da fame compulsiva o Binge Eating Disorder si caratterizza per la presenza di crisi bulimiche in assenza di comportamenti di compensazione inappropriati.
Questo disturbo è caratterizzato da frequenti e ricorrenti abbuffate alle quali seguono stati emotivi di sofferenza e disagio molto penosi, tra cui sensi di colpa, vergogna e disgusto per il proprio comportamento.
Spesso le abbuffate sono innescate da stati emotivi problematici e difficili da gestire come profonda tristezza, rabbia e ansia.
In altre parole l’abbuffata diventa una sorta di strategia per gestire emozioni altrimenti soffocanti ed ingestibili.
Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata è caratterizzato da episodi ricorrenti di abbuffate. Queste abbuffate compulsive sono associate ad almeno tre dei seguenti caratteri:
- mangiare molto più rapidamente del normale;
- mangiare fino ad avere una sensazione dolorosa di troppo pieno;
- mangiare grandi quantità di cibo pur non sentendo fame;
- mangiare in solitudine a causa dell’imbarazzo per le quantità di cibo ingerite;
- provare disgusto di sé, depressione o intensa colpa dopo aver mangiato troppo.
Questi sono i disturbi alimentare più diffusi.
Non sappiamo esattamente perché una persona vada in contro ad un disturbo alimentare piuttosto che ad un disturbo del sonno o ad un disturbo d’ansia.
Sicuramente cercare di capire perché, per quella persona, abbia senso portare avanti quel tipo di sintomo, in questo caso il disturbo alimentare, può essere utile per trovare un’alternativa e provare a riprendere in mano il timone della propria vita.
Vogliamo parlarne insieme?
Sono la Dottoressa Anita Martellacci e ricevo presso lo studio medico specialistico a Castiglioncello.