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“La persona non è un oggetto temporaneamente in movimento, ma è essa stessa una forma di cambiamento”
(G. Kelly, 1955)
Il cambiamento è considerato un aspetto costitutivo della persona; ogni individuo, infatti, va continuamente incontro a cambiamenti e si muove sulla base delle anticipazioni che derivano dal suo modo di pensare e di essere, dalle sue costruzioni.
Quello che noi viviamo e come lo interpretiamo si modifica continuamente.
Il cambiamento porta con sé elementi di continuità ed ogni trasformazione e mutazione coincidono con l’emergere di un nuovo equilibrio.
Ogni nuova conoscenza ed esperienza che noi facciamo si basa sulla conoscenza precedente ed il processo di cambiamento ha la tendenza a seguire una traiettoria, un flusso simile, per quanto leggermente dissimile, a qualcosa di pregresso.
Il processo di cambiamento avviene attraverso l’interpretazione che la persona fa della propria esperienza in relazione con l’ambiente e con il mondo circostante, creando significato.
Il cambiamento a volte ci rende eccitati e speranzosi, altre volte ci spaventa; quando ci intimorisce, spesso, ci irrigidiamo aggrappandoci a quello che siamo, che abbiamo e tenendoci stretti a ciò che riteniamo “sicuro”.
Spaventati dal nuovo e timorosi di perdere e di non poter fare a meno delle nostre usuali “certezze” e “comodità”, tendiamo a cristallizzarci in abitudini, spesso strette.
Talvolta proviamo un senso di “minaccia” all’idea o all’ipotesi di allontanarci dai binari familiari, conosciuti e riconoscibili.
In ogni caso, il cambiamento ci mette di fronte alla “necessità” di affrontarlo e viverlo poiché esso va di pari passo con il movimento e l’evoluzione personale, entrambi elementi distintivi di benessere.
La sofferenza o il disturbo di una persona, infatti, possono essere considerati come un blocco in cui l’individuo sente di non potersi più muovere.
Il disturbo può essere inteso come un arresto del processo di elaborazione che una persona fa su di sé e gli altri, come una sospensione dell’esperienza; una sospensione che è il risultato della scelta da parte della persona di non cambiare rispetto ad aspetti centrali della sua costruzione di sé e del mondo.
Per poter restare in movimento, favorire un’apertura al cambiamento e vivere quest’ultimo più serenamente, è importante sapere “chi” e “come” siamo, conoscere noi stessi in relazione agli altri, essere abbastanza consapevoli di cosa è importante per noi e di cosa vogliamo.
Inoltre, essere bendisposti e pronti ad un cambiamento, porta con sé un’apertura, un invito, al mondo ed implica un potersi prendere serenamente le responsabilità di una scelta.
Accogliere il cambiamento apre la possibilità di potersi scoprire diversi da come credevamo essere, di potersi scoprire persone in continua evoluzione e, forse, piacersi ancora di più.
Lavorando insieme possiamo cercare di capire e comprendere chi siamo, scegliendo con maggior tranquillità e chiarezza ciò che crediamo possa portarci al cambiamento che vogliamo.
Sono la Dottoressa Anita Martellacci e ricevo presso lo studio medico specialistico a Castiglioncello.